mercoledì 10 febbraio 2016

10 febbraio: giorno del ricordo

Foiba  Marco Martinolli
Un filo d’acciaio
taglia l’anima
che grida pietà,
sul ciglio
della morte.
Foiba
parola
che sgretola la vita.
Foiba
parola che inchioda
alla croce,
senza respiro,
senza assoluzione.
Mani e piedi
legati dall’odio
e poi
giù,
nel buio
mentre la tua vita
sfracella
tra le pareti
nere di pietà.
Uomini,
donne,
padri,
madri,
violentati
dalla follia della morte,
dalla pazzia dell’ideologia.
Nella nebbia del tempo
quando
tra le dune
di pietra del Carso
domina la notte,
mi pare di sentire
le voci, i canti e i silenzi
di quegli uomini
che caddero
nel ventre buio della terra
rinascendo
per sempre
nella Luce.


10 febbraio, ancora un'altra giornata per non dimenticare la malvagità umana.
I primi massacri a cominciare dall'8 settembre del 43, poi dal 45 migliaia e migliaia di vittime inghiottite dal cuore della terra...


5 commenti:

  1. Bellissima e intensa poesia. La condivido pienamente, ma non quando dice "la pazzia dell'ideologia" perché credo che dietro a tutto quello che è successo ci fosse soprattutto la cattiveria che appartiene solo alla razza umana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo è che la cattiveria, che io chiamo malvagità, trionfa in crudele fantasia...

      Elimina
  2. Sono sceso in uno di quei crepacci con un fiore di campo in mano.
    Una scaletta che non finiva mai tanto il profondo era lontano.
    Silenzio, solo rocce e il mio fiore.
    Grazie di aver ricordato quei fatti in modo così elegante.

    RispondiElimina
  3. Una bellissima e struggente poesia a ricordarci la malvagità dell'essere umano... tanta tristezza e rabbia portano tali ricordi.
    Un bacio a te dolce Anna...

    RispondiElimina